Esistono sicuramente modi più costruttivi per far valere e rivendicare i propri diritti, rispetto a quella pagliacciata iper sessualizzata del pride, diventato appannaggio culturale solo di un certo tipo di "persone LGBTQIA+" e solo di un certo tipo di parte politica (ovvero la sinistra). Vogliamo parlare di matrimoni e adozioni di minorenni ancora negli orfanotrofi e case famiglia dopo i 14 anni? Facciamolo pure. Si fa una discussione seria e si decide a chi vale la pena affidare questi adolescenti, valutando l'affidabilità delle coppie e delle cure parentali (etero o omo che siano). E le coppie con figliastri avuti biologicamente da precedenti relazioni, dovrebbero avere riconosciuta la genitorialità di entrambi i membri. Ma evitiamo di mettere in mezzo gestazioni con uteri altrui, cosa che per me non è un diritto ma un modo di aggirare la natura, squallida e misogina come la 💩, oltre a essere illegale in Italia. Per concepire un figlio devono scopare un uomo e una donna, fatevene una ragione. Poi, la parte degli orientamenti sessuali (gay, lesbiche e bisessuali) dovrebbe separarsi dal TQ+ (trans, gender-fluid, nonbinary, genderqueer etc.). Gli orientamenti sessuali si basano sulla Biologia; l'identità di genere (disturbo mentale) sulla Psichiatria. Infine, non esiste nessuna "comunità LGBTQIA+"; ognuno è un individuo a sé, quindi privare la persona dell'individualità in base all'appartenenza a una presunta "comunità LGBTQIA+" (inesistente) a me sembra una stronzata ideologica della sinistra. Io la penso così.