𝓐𝓵𝓯𝓪𝓻𝓸𝓶𝓮𝓸𝓶𝓪𝓷 Mah. Dando per vero il discorso, qui c'è più di qualcosa in contrasto con la mia formazione universitaria.
1- nessuno impone delle tariffe fisse che (questo me lo spiegò il tutor di tirocinio) però devono essere abbastanza alte da esser prese seriamente (sai il classico "ah hai pagato poco quindi non serve a nulla" che è insito nella mentalità comune? Ecco. Inoltre, sedute molto economiche portano al disimpegno del cliente che non farà la sua parte nella terapia), ma nemmeno così alte da pesare troppo sulle finanze della persona.
Inoltre, la fattura va sempre fatta (o almeno questo ci disse il nostro professore di psicopatologia e psicodiagnostica).
2- mi sembra abbastanza pacifico che la priorità deve essere la salute del cliente. Trovo antietico all'ennesima potenza sparire così e non rispondere alle email e abbandonare un cliente a sé stesso anche quando ha bisogno di aiuto.
3- ho visto pochi professionisti all'opera (solo due), ma non ricordo di aver mai visto un colloquio conoscitivo a pagamento (forse sono io però a non averci fatto caso eh, ma non lo ricordo proprio).
4- sono rimasto esterrefatto nel leggere che avrebbe espresso il suo disappunto alla sorella (e già sul prendere anche fratelli, sorelle e amici... beh in università ce l'avevano sconsigliato per motivi piuttosto ovvi: se io ho in terapia X, ed emergono racconti su Y, rischio che la relazione con il cliente Y sia già condizionata da quanto emerso con X¹). Inoltre condotte manipolatorie sono severamente vietate dal Codice Deontologico, come anche il lasciare che i propri problemi personali entrino in seduta o addirittura raccontare cose di altri clienti (il mio tutor di tirocinio faceva in modo che i clienti non incontrassero né tirocinanti né altri clienti -sia per garantire la riservatezza del cliente, sia per evitare "contaminazioni" tra i clienti, sia per altri motivi decisamente meno intuitivi-).
Mi viene in mente che la professionista in questione avrebbe bisogno di una ripassatina al CD e di una chiacchierata col supervisore. A voler essere gentili mi viene da pensare ad un Burn Out che ha portato la terapeuta ad interessarsi solo dei soldi perché ormai non più in grado di pensare al cliente.
Comunque resto dell'idea, che se uno fa questo lavoro solo per diventare ricco, ha sbagliato strada:
- Ci sono lavori più remunerativi che richiedono meno formazione.
- Non in tutti i lavori ci si deve far carico delle sofferenze degli altri (compresi lavori più remunerativi)
- Tenere una grande autodisciplina come in questo lavoro è cosa moooolto complessa e non tutti I lavori lo richiedono (e parlo anche di lavori molto più remunerativi).
1- non è un dato di fatto, ma sinceramente io il rischio non lo prenderei. Soprattutto se, come questa "professionista" ho mostrato di non riuscire a gestire bene le mie reazioni interne.