Specchio800 Se vuoi un esempio pratico, invidio e disprezzo allo stesso tempo quel carattere tutto italiano "socialone", da riviera romagnola, quel bisogno di stare con gli altri da pubblicità Sammontana. "Le serate con gli amici", il "cibo", il mare, i gruppi. Non so se hai mai notato quanto gli italiani sono effettivamente felici di stare in gruppo. Insieme urlano, scherzano, parlano a voce alta, quando sono insieme sono euforici. Provo disprezzo per questo popolo perché mi sembrano deboli e stupidi - concentrati sui propri bisogni primari, lo scopare, il mangiare, il bere, il parlare, invece che sulla grandezza e sul mistero dell'universo -, e non capisco razionalmente il perché di questa euforia, ma provo anche invidia nei loro confronti perché mi sembrano autenticamente felici e vorrei avere a mia volta questa capacità. Mi attrae la loro capacità di saper stare in gruppo, cosa che a me manca totalmente, ma mi attrae specialmente il fatto che in gruppo siano autenticamente felici: non è qualcosa per il quale si devono sforzare - come invece dovrei sforzarmi io - è qualcosa che a molti in questa nazione viene del tutto naturale. È una qualità di carattere che a me manca totalmente e che ho il sentore che possa migliorare la vita. Gli italiani sembrano felici specialmente quando soddisfano i propri bisogni primari: quando mangiano, quando bevono, quando scopano, quando stanno ammassati, quando cantano, quando ballano. Io sono completamente disinteressato a queste cose, i miei momenti di felicità sono molto più sottili e le loro ragioni sono più difficili da esprimere, ma - ripeto - mi attrae e vorrei possedere a mia volta la loro capacità di essere felice.