Ardito d'Italia ci sono stato una volta circa 10 anni fa, in Romania (ero con il gruppo scout di cui facevo parte e facevamo animazione ai bambini di strada). Ricordo che c'erano poche cose che mi avevano colpito:
1- i bambini. Per quanto piccoli sapevano tutti parlare più lingue molto bene.
2- i bambini. Per quanto poveri non esitavano a voler dividere il poco che avevano per lasciare un ricordo (una bambina di 8 anni praticamente mi obbligò ad accettare i suoi due braccialetti per ricordarmi di lei, anche se io la ricordo più per il fatto che parlava inglese, spagnolo, tedesco, rumeno ed italiano).
3- i bambini che, nonostante i pregiudizi forti in mezzo a cui erano cresciuti (lì, almeno al tempo, esisteva una forte discriminazione tra rumeni e zigani), una volta immersi nel gioco non esitavano a giocare fianco a fianco col popolo "odiato" dai loro genitori.
4- l'alternanza di zone ultramoderne e zone rurali ancora disagiate e rimaste agli anni 80, se non prima.
Non sono stato tra gli slavi, ma le persone che ho trovato (a parte un paio di adulti, che, intuito che eravamo stranieri hanno fatto commenti poco galanti sulle nostre madri in rumeno), posso dire che non erano brava gente: di più.