Giulio_M Mi sembra che questo filosofo abbia solo riportato un mucchio di ovvietà. A partire dal fatto che le parole siano frutto di un accordo tra esseri umani. Ma va? 😅 È naturale che sia così, è quello il senso di ideare un linguaggio, ovvero inventare un modo di spiegarsi univoco che tutti all'interno della comunità possano comprendere. Senza questa regolamentazione, ognuno potrebbe potenzialmente inventarsi una lingua diversa e nessuno capirebbe gli altri, perdendo il senso stesso del parlare.
Come s'è detto, il denominare è simile all'attaccare a una cosa un cartellino con un nome.
Altra ovvietà. Certo che il denominare è come attaccare un cartellino col nome, è proprio quello il senso 😅 Cioè, è un mezzo per poter identificare in modo univoco una certa cosa, altrimenti sarebbe impossibile sapere di cosa si sta parlando. Lo stesso dicasi per i nomi propri, sono semplicemente degli identificatori univoci. Certo, potremmo sostituire i nomi con dei codici numerici o alfanumerici (cosa che già esiste tra l'altro, ad esempio con i codici fiscali, le targhe, i numeri di telefono, ecc.) ma sarebbe molto più complicato da ricordare, quindi è convenzione denominare con parole che siano facilmente ricordabili (come si fa, per esempio, con il DNS, ossia sostituire un indirizzo IP con una o più parole). Ma un identificatore serve sempre, è ovvio, altrimenti come può il tuo interlocutore sapere se stai parlando di un'auto, di un foglio di carta o di una galassia? Non potresti nemmeno descrivere l'oggetto per farlo intuire perché anche in quel caso dovresti usare i nomi dei suoi componenti 😅
Mah, non vedo il senso di questo ragionamento, forse ho inteso male ma, da come l'ho interpretato, sembra che abbia solo espresso un mucchio di cose scontate che non portano da nessuna parte.