😈╰•ALBERTO•╯😈 ahahah sì, è un classico! 😁 in realtà non lo ha ideato il tuo docente ma rappresenta un concetto ben chiaro: dare nomi significativi alle variabili. Di per sé è un esempio stupido, un nome standard che viene assegnato per dire che quella variabile non ha un'utilità precisa oppure per evidenziare proprio "l'errore concettuale" nella scelta di tale nome (fra virgolette nel senso che per il computer è indifferente ma se chiami "pippo" l'indice di un ciclo e poi esegui operazioni su questo "pippo", senza commentare il codice per una migliore comprensione, un'altra persona che deve leggere il codice risponde "ma che cazz"). In modo analogo, per quanto riguarda le funzioni sono diffusi i termini "foo" e "bar" (wikipedia).
Foo è una variabile metasintattica usata per rappresentare i concetti tramite astrazione e può essere usata per rappresentare una parte qualsiasi di un sistema complicato o anche semplicemente per dare un nome a un dato, una variabile, una funzione, un comando. La parola è usata negli esempi di programmazione e pseudocodice, così come le lettere X e Y sono usate in algebra.
Equivalenti italiani dei termini foo e bar sono pippo e pluto, oppure Tizio e Caio.
Curiosità: quando era stato hackerato il sito Inps, era poi emerso che nel codice fosse presente una variabile chiamata "Pippo" (approfondimento: reddit.com, twitter.com). Ora il problema non è più presente, ho controllato il sorgente e forse per una questione di immagine, serietà, lo hanno rimosso 🙂