IMBUTTUSSO interessante, ma non credo, almeno inteso esattamente in questo senso. Occorre piuttosto fare attenzione ad un altro aspetto: con lo sviluppo di nuovi software di IA (siamo partiti da ChatGPT, poi come prevedibile hanno iniziato a diffondersi alternative, più o meno valide e diverse), ognuno adotterà le proprie policy, che di fatto NON sono proprietà intellettuale di un software (non abbiamo una normativa che tutela i robot insomma) ma le possibilità sono due, ovvero l'azienda che produce gestisce il software consente libera diffusione dei contenuti (banalmente, priva a chiedere a ChatGPT "posso copiare il tuo testo?", io ho provato a farlo e ti dice che puoi copiarlo e diffonderlo, almeno in questa fase è una politica che permette all'azienda di crescere e diffondere ancora di più l'uso del proprio software) oppure il caso in cui l'azienda specificatamente non consente la copia e diffusione dei contenuti (un po' come quando leggi un libro e trovi scritto "vietata la copia e diffusione anche parziale del testo"). Quindi ribadendo, non è il software in sé che acquisisce dei diritti, ma l'azienda che lo produce e gestisce, occorre quindi vedere nel caso singolo come sono impostate le policy! Soprattutto oggi che continuano a nascere nuovi software alternativi di questo tipo, ognuno può stabilire dei copyright e licenze differenti.