Lo hai chiesto più volte, quindi stessa risposta. Prima di giungere a conclusioni affrettate, e magari sbagliate, cercherei di capire la situazione. Se è una persona malata o disabile, che non può svolgere alcun tipo di lavoro, sacrosanto che sia assistita, dalla famiglia o da altri, in casa o altrove. Diversamente. A quarant'anni si suppone un individuo abbia raggiunto un certo livello di maturità, responsabilità, autonomia, indipendenza, anche economica. Lavorare, in questa società, non solo è necessario per sostenere le spese della sopravvivenza, ma, per quanto mi riguarda, è anche fondamentale in termini di crescita e realizzazione personale: personalmente, non rinuncerei al lavoro nemmeno fossi milionaria e non avessi bisogno di altre entrate. Ma le situazioni possono essere tante. Chi fatica a trovare un lavoro (il però che implica cercarlo attivamente), o chi si trova in una fase temporanea di difficoltà economica, e può avere bisogno dell'aiuto dei genitori. Chi lavora, ma per vari, comprensibili motivi, sceglie di continuare a vivere con i genitori, però contribuendo economicamente alle spese. Se invece si tratta solo di pigrizia, di nullafacenza, e di sfruttamento della disponibilità dei genitori e dei loro guadagni di una vita: no.