Esiste, tuttavia non è immortale!
In verità la chiesa ha adottato il pensiero di un filosofo greco, Platone, vissuto nel IV sec. a.C. che credeva nell'immortalità dell'anima. Egli infatti scrisse: “L’anima è immortale e imperitura, e le nostre anime esisteranno veramente in un altro mondo!”
Secondo Platone, dove andavano queste anime alla morte del corpo?
“E quelli che sembra non siano vissuti né bene né male vanno al fiume Acheronte, . . . e lì dimorano e si purificano delle loro opere cattive, e avendo scontato la pena per i torti fatti ad altri, sono assolti”. Non vi pare somigli alla dottrina del purgatorio insegnata dalla chiesa?
E dove vanno le anime dei malvagi? “Sono gettate nel Tartaro [per gli antichi greci una parte dell’Ades riservata ai trasgressori peggiori], che è il destino loro dovuto, e non ne usciranno mai più”. Gli antichi greci avevano la dottrina del tormento eterno nell’inferno molto tempo prima che venisse adottata dai teologi della cristianità! (non cristianesimo; si badi bene)
Nel corso dei secoli però ci sono stati personaggi illustri che hanno dissentito dal concetto greco dell’anima immortale. Il traduttore biblico William Tyndale (ca. 1492-1536) scrisse nella prefazione alla sua traduzione: “Ponendo le anime dipartite in cielo, all’inferno o in purgatorio demolite gli argomenti con cui Cristo e Paolo provano la risurrezione . . . Se l’anima è in cielo, ditemi a che serve la risurrezione?” È una domanda logica. Se la morte è sconfitta per mezzo di un’anima “immortale e imperitura”, qual è lo scopo della risurrezione insegnata da Gesù e nella quale credettero gli antichi patriarchi ebrei? del IV sec. a.C. — si confronti quanto scritto in: Ebrei 11:17-19, 35; Giovanni 5:28, 29.
Nel suo libro "La agonía del Cristianismo", lo scrittore spagnolo Miguel de Unamuno si trovò in questo stesso dilemma. Riguardo a Cristo scrisse: “Credeva . . . nella risurrezione della carne, secondo il pensiero giudaico, non nell’immortalità dell’anima, secondo il pensiero platonico”. E disse anche: “L’immortalità dell’anima . . . è un dogma filosofico pagano. . . . È sufficiente leggere il Fedone per convincersene”.
L’“anima” nella Bibbia
Il poeta Longfellow scrisse: “Polvere sei, in polvere tornerai, non fu detto dell’anima”. (Il corsivo è mio). Aveva ragione? A chi parlava Dio quando disse: “Polvere sei e in polvere tornerai”?
Al primo uomo, Adamo. Quella sentenza di morte si applicava solo al corpo di Adamo?
O ad Adamo come anima che respirava?
Genesi 2:7 dice chiaramente: “E Geova Dio formava l’uomo dalla polvere della terra e gli soffiava nelle narici l’alito della vita, e l’uomo divenne un’anima vivente”. Questo versetto è di importanza fondamentale per capire come viene usata nella Bibbia la parola “anima”.
Dice chiaramente che “l’uomo divenne [non ebbe] un’anima vivente”. Perciò Dio disse a quell’anima vivente, Adamo, una creatura che respirava, che se avesse disubbidito, sarebbe positivamente morta e sarebbe tornata agli elementi della terra con cui era stata formata. — Genesi 2:17; 3:19.
Si noti che non viene menzionata nessuna destinazione alternativa per la presunta anima dell’uomo. Perché no? Perché Adamo, con tutte le sue facoltà, era un’anima. Non possedeva un’anima. Se esistessero luoghi come l’inferno di fuoco e il purgatorio, questo era proprio il punto della Bibbia dove dovevano essere menzionati. Ma non c’è neppure un’allusione ad essi. Perché? Perché la semplice punizione per la disubbidienza era proprio il contrario della vita che Adamo aveva avuto nel Paradiso, cioè la morte, non la vita in qualche altro posto. Pertanto Paolo espone con semplicità la cosa in Romani 6:23: “Poiché il salario che il peccato paga è la morte”. (confrontate Ezechiele 18:4, 20). Qui non si parla né di inferno di fuoco né di purgatorio, solo della morte. E non è una punizione sufficiente?
La verità è che alla morte nessuno sopravvive dopo, ma ciò non deve atterrire chi ne è a conoscenza, i cristiani testimoni di Geova conoscono bene l'insegnamento di Gesù secondo il quale morendo, non muore la speranza di tornare in vita, com'è riportato nel vangelo di Giovanni 5:28, 29 - "Non meravigliatevi di questo, perché verrà il tempo in cui tutti quelli che sono nelle tombe commemorative udranno la sua voce [di Gesù] e ne usciranno: quelli che hanno fatto cose buone per una risurrezione di vita, mentre quelli che hanno praticato cose ignobili per una risurrezione di giudizio." e ciò avverrà dopo che Geova avrà messo molte cose a posto sulla Terra, riportandola com'era un tempo: a un paradiso!