Avoja. Invitto è chi nulla di aproairetico frastorna è il mio suo aforisma preferito. Invitto è chi/colui che non è frastornato da cose non-proairetiche. La proaireis è il calcolo razionale che permette a ciascun uomo di vivere felice. Le cose non proairetiche sono tutte quelle cose vane, superflue, ambiziose, di là dalle proprie possibilità ecc.
Molte volte noi uomini siamo infelici perché ci prefissiamo obiettivi superflui/di là dalle nostre possibilità; molte volte tentiamo di sfidare il fato e ne paghiamo le conseguenze; molte volte c'arrabbiamo inutilmente. C'arrabbiamo per cose innaturali, perché "non ci sentiamo apprezzati". Ma da dove viene 'sto bisogno di approvazione? In natura non esiste il bisogno di approvazione: è un fenomeno consumistico. Il progresso è solo un infelice regresso.
Non dico di essere un epitteteo doc, anzi, purtroppo sono ancora in balia delle mie passioni.
(Passione nel senso meramente greco della parola, che ne coglieva anche l'essere un'arma a doppio taglio, ovverosia dipendenza, ossessione, fissazione, fisima, ubbia, chiodo fisso, idea fissa. Oggi questa parola viene generalmente e aprioristicamente associata a qualcosa di positivo. Ha perso quella sfumatura di saggezza che le attribuivano i greci. Questo per farti capire il progresso-regresso della civiltà moderna.)
Ma leggere Epitteto, Seneca e soprattutto Epicuro potrebbe salvare ancora molte persone.