Il 31 dicembre 1999 venne definito il "capodanno del Millennium bug": molti tecnici e informatici, quella sera, non erano a casa a festeggiare, ma si trovavano sul posto di lavoro, pronti a intervenire in caso qualcosa fosse andato storto. Accanto a loro le bottiglie di spumante, che sarebbero state stappate solo se non ci fossero state complicazioni
Allo scoccare della mezzanotte del 1° gennaio 2000, infatti, i sistemi informatici di tutto il mondo avrebbero subito un cambiamento informatico apparentemente irrilevante, ovvero l’avvento della cifra “00” al posto di “99” per indicare la data. Nel corso della transizione, però, i computer avrebbero potuto commettere l’errore di interpretare il doppio zero come l’anno 1900: le conseguenze di un simile sbaglio sarebbero state catastrofiche. Un esempio è quello che riguarda i sistemi informatici delle banche, che fanno il calcolo dei tassi di interesse su base giornaliera e progressiva. Se i computer fossero tornati al 1900, il calcolo dei tassi sarebbe regredito di cento anni, generando un caos finanziario inimmaginabile

Questo problema era legato all’impostazione dei vecchi sistemi informatici secondo un linguaggio basato su un sistema binario. Si trattava della tipica modalità con cui i sistemi venivano sviluppati negli anni Settanta e Ottanta, che portava ad indicare le cifre dell’anno soltanto con i due numeri finali anziché tutti e quattro. Essenzialmente, i motivi di questa scelta erano due: i computer non disponevano di molto spazio di memoria, dunque era fondamentale risparmiarlo laddove non fosse indispensabile; inoltre, gli stessi informatici non avevano neppure immaginato che i loro dispositivi sarebbero sopravvissuti fino al nuovo millennio
Era questo, dunque, il “Baco del Millennio”, un difetto del programma applicativo comune a molti dispositivi informatici, noto da tempo agli esperti, ma reso oggetto di attenzione mediatica soprattutto dalla metà degli anni Novanta. Era necessario un aggiornamento dei sistemi informatici a livello globale. L’urgenza veniva percepita man mano che ci si avvicinava al nuovo millennio: si parlava di possibili malfunzionamenti nelle centrali elettriche, con conseguenti blackout nelle grandi città, negli ospedali, sugli ascensori…ovunque. Era impossibile prevedere con esattezza dove il baco avrebbe portato gli esiti più gravi, ma grandi preoccupazioni riguardavano lo svolgimento regolare del traffico aereo, messo a rischio dal Y2K, sigla che indicava l’anno (Y=year) 2000 (K sta per gli zeri)
Il temutissimo “Millennium bug”, però, non causò troppi problemi. Si verificarono alcuni inceppamenti nelle apparecchiature di monitoraggio di una centrale giapponese, ma fortunatamente furono problemi poco seri e privi di reali conseguenze. Altri malfunzionamenti si registrarono in alcuni computer degli uffici pubblici in Italia e in diverse macchine per obliterare i biglietti in Australia. Negli Stati Uniti ci fu qualche problema con i sistemi dello United States Naval Observatory, che tra le altre cose segna l’orario ufficiale della nazione: allo scoccare della mezzanotte il sito dell’agenzia segnò la data del 1° gennaio 1900. Tutto sommato, però, il 2000 arrivò senza causare grandi intoppi
E quindi, tutta una montatura?
Il Millennium bug si risolse dunque in una bolla di sapone, priva delle drammatiche conseguenze di cui si era tanto discusso nei due anni precedenti. L’atmosfera di apprensione che si respirava tra gli informatici lasciò velocemente spazio a una generale distensione. Ben presto, però, cominciarono a insinuarsi alcuni dubbi sulla reale portata del problema e sulla tanto urgente necessità di aggiornamenti, così energicamente incentivati alla fine del 1999
Un complotto organizzato per far spendere soldi in software? Questo era il più grande interrogativo a cui dovettero rispondere i governi, in primo luogo quello statunitense. Come giustificare le ingenti somme investite negli ultimi mesi del 1999? John Koskinen, il principale promotore di queste spese, sottolineava che il rischio era stato reale ed erano stati proprio i preparativi febbrili delle settimane precedenti al Y2K ad aver evitato la catastrofe
Tutto ciò, però, non giustificava la sostanziale assenza di conseguenze in alcuni paesi, come la Russia, dove si era fatto ben poco per mitigare la minaccia (nessun cospicuo investimento era stato infatti portato avanti dal governo). Tuttavia, bisogna riconoscere che, per un informatico, è difficile cercare di far capire a delle persone che non sanno neppure dare una definizione della parola “software” quali possibili scenari si sarebbero potuti verificare. La preoccupazione per il problema era stata tanta, gli investimenti negli USA forse eccessivi: ma la prevenzione resta sempre il miglior antidoto rispetto a una probabile evoluzione di un fenomeno
Si prevede già una data per il prossimo bug: 19 gennaio 2038, alle ore 03:14:07. Alcuni sistemi potrebbero smettere di operare a causa del raggiungimento del numero massimo di secondi per i sistemi operativi a 32 bit: 2.147.483.647. Numero che verrà raggiunto proprio nel 2038, se i sistemi non verranno adeguatamente aggiornati. Ma ci prepareremo per tempo!
[Fonte]
Voi come la vedete? E avete presente più o meno quel momento, che pensavate?