user7331 Un'ipotesi: "Occorre interrogarsi non solo sulla validità tecnica in sé di uno strumento, ma anche sulle sue possibilità di inserimento nel contesto sociale e sulla sua compatibilità con le abitudini, la sensibilità e le esigenze degli utenti: insomma il rapporto uomo-macchina è più complicato di quanto si creda di solito, anche a prescindere dai costi del servizio offerto. Chiediamoci: ci piacerebbe rispondere a una videotelefonata mentre siamo (semi)nudi, o ci troviamo in compagnia «sbagliata» oppure in un luogo dove non dovremmo essere? Già il telefono normale ha una sua perentoria indiscrezione, ma pur invadendo la sfera sonora ci lascia liberi quanto agli altri sensi, soprattutto la vista. E ci consente quindi una certa libertà di dissimulare, che se non è usata per nuocere o per delinquere, spesso ci salva da situazioni imbarazzanti se non da guai peggiori. E poi quando siamo al telefono non dobbiamo, per creanza, controllare la nostra espressione e la nostra postura, possiamo continuare a scrivere o a sfogliare un libro, insomma possiamo mostrarci educati attraverso il controllo della sola voce e non siamo obbligati a mostrare interesse col viso se l'interesse non c'è. Eliminando alcune componenti della comunicazione faccia a faccia, il telefono tradizionale ci consente un contatto che, sebbene più povero, è abbastanza espressivo e ci offre una libertà che il videotelefono ci nega proprio a causa del vantaggio che vorrebbe assicurare."