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Serve a sviluppare il cervello, ad accrescere la propria cultura personale, ad immedesimarsi in un mondo lontano che ha dato però moltissimo all'uomo di oggi, dal modo di pensare (logica aristotelica), alla politica (Pericle, Cicerone, ...), alle arti, alla matematica, ...
E' risaputo che lo studio delle lingue antiche sviluppa connessioni neuronali e fa lavorare la mente allo stesso modo di quello che avviene con la matematica. Dunque serve per sviluppare una forma mentis, un modo di pensare, e per formare il proprio cervello.
Infine, serve perché, banalmente, può piacere. Non tutti i ragazzini di terza media sono appassionati di materie pratiche o di matematica, alcuni hanno una propensione per le materie umanistiche e studiarle fa parte del loro percorso di crescita.
A mio avviso, non serve necessariamente studiare cose "utili" nella vita reale, per lo meno non prima dei 17-18 anni, età nella quale si sceglie che professione si vuole fare e ci si attiva espressamente per quel mestiere lì, che ci dovrebbe ipoteticamente dare da mangiare. Prima di quel momento, trovo che ciascuno debba seguire i propri interessi senza alcuna sovrastruttura necessariamente "materiale".