"All'inizio della storia romana, Marte era considerato dio della natura, della primavera, della fertilità, protettore del bestiame, in particolare dei cavalli, largamente utilizzati in battaglia. Essendo marzo il mese in cui riprendevano non solo le attività agricole ma anche la guerra, Marte assunse progressivamente la doppia caratteristica di divinità agreste e bellicosa, protettrice dei giovani e della forza. Gli erano sacri il ferro, col quale si costruiscono le armi, il granato e il rubino, entrambi di colore rosso e, tra gli animali, il toro, il picchio e il lupo. Per questa ragione i Sabini e i Romani avevano l'abitudine di affidare un gruppo di giovani al dio al ritorno della primavera; essi dovevano lasciare la loro patria e cercare fortuna altrove, fondando nuove comunità: si trattava del rito del ver sacrum, cioè primavera sacra. Erano accompagnati da un lupo, animale sacro a Marte che, secondo la leggenda, avrebbe allevato i gemelli Romolo e Remo, generati dal dio con la vestale Rea Silvia. Dopo essere stati abbandonati e allevati da una lupa, attraverso le vicende narrate dal mito della nascita di Roma, Romolo avrebbe fondato la città sul colle Palatino, dando poi al primo mese del calendario romano il nome di marzo in onore di suo padre." (Il mito di Marte)