L'attuale situazione Russia-Ucraina si ripercuote non poco anche sull'economia, sia europea che globale. Tutte le incertezze creano instabilità e sfiducia negli investimenti (contemporanea corsa ai beni rifugio) e chiaramente l'esito della situazione, a seconda di quale esso sia, ha delle ripercussioni (anche economiche) di un certo tipo.
Allo stato attuale,
gli investitori sono posizionati sul mercato come se non dovesse scoppiare un conflitto
Fonte
Vorrei precisare che anche durante la famosa votazione per la Brexit, gli investitori avevano scommesso contro... Me compreso hihi 😁 (razionalmente era la cosa da fare, poi a quanto pare il voto non è avvenuto su base razionale). Qui però la situazione è ben diversa, l'eventuale posizione presa dagli USA può determinare la cosiddetta Terza Guerra Mondiale, non conviene a nessuno.
Al momento, la situazione finanziaria in Russia è questa: politica molto forte per contrastare l'inflazione, le obbligazioni russe rendono il 9,5% annuo (ovviamente è ben chiaro il concetto di "rischio" negli investimenti, ma facciamo un confronto fra le obbligazioni russe e la porcheria italiana el tipo "zero virgola"). Questo attira molti investitori che quindi finanziano la Russia, nonostante un effettivo rischio politico sia presente.
Una cosa è certa, l'eventuale conflitto determinerebbe ancora un crollo generale dell'azionario, a livello europeo soprattutto, ne risentirebbe anche il rublo russo rispetto alle valute estere, così come tutta la borsa russa e ovviamente anche quella ucraina (l'aumento del prezzo del petrolio non sarebbe sufficiente a colmare tutti gli effetti negativi). Il mercato energetico avrebbe una forte crescita, il petrolio può arrivare oltre a 120 dollari al barile (assieme a USA e Arabia Saudita, la Russia è fra i maggiori esportatori di petrolio al mondo), in netto rialzo anche il gas naturale (opportunità per chi decide di investire, bollette evidentemente più care per tutti i comuni mortali). Per la Russia la situazione a medio-lungo termine diventerebbe molto complessa (questo indipendentemente dagli stati che poi prenderebbero parte al conflitto), con la nascita di nuove sanzioni ecc.
Contemporaneamente a quanto detto, a trarne forte beneficio sarebbero ovviamente le aziende coinvolte nella produzione (diretta e non) di armi (alcuni esempi).
Un eventuale conflitto abbiamo visto bene o male in quale direzione porterebbe i mercati (in gergo tecnico, consigliate posizioni lunghe su commodies, mercato energetico, short su azionario generale a maggior motivo russo).
Per quanto riguarda invece un prolungamento della tensione (tutta scena, niente guerra) ci sarebbe un recupero dell'azionario generale, chiaramente senza invece il rally di materie prime e petrolio.
Un'altra opzione, è una via di mezzo, accordo o compromesso: l'Ucraina non entra nella NATO, si avrebbe un recupero dell'azionario come nel caso precedente e rimbalzo (in calo) di petrolio, commodies che hanno già iniziato la fase ascendente.
In ogni caso, la situazione è complessa da analizzare o prevedere. Resta poi valido il ragionamento generale che differenzia investimenti nel breve termine e quelli nel lungo termine. Un crollo dell'azionario generale, così come il resto, significa poi acquistare fondamentalmente in un punto di minimo, grande beneficio in ottica futura (ad un forte crollo, si ha poi, a distanza di tempo, sempre una ripresa, di recente lo abbiamo visto con il Covid, ancora prima con ogni tipologia di crisi, indipendentemente da ciò che l'ha causata). Quindi, un investimento più "soft" e meno speculatorio, che ci sia un conflitto o meno, potrebbe essere semplicemente investire nell'azionario generale (indici solidi europei, anche es. Piani di Accumulo Capitale), questo in ottica lungo termine.
D'altra parte, sebbene sia difficile da accettare (e concludo con questo), siamo più che d'accordo con la frase detta da Einstein in persona:
La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi.